GIARDINI LA MORTELLA

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La Mortella, è un meraviglioso giardino che si trova a Forio, nella parte occidentale dell’isola di Ischia, creato dal nulla  da Susana Walton, moglie argentina del compositore inglese William Walton, 
Il termine mortella indica, nel dialetto napoletano, il mirto , pianta molto diffusa  tra le rocce della collina su cui si sviluppa il giardino 
La realizzazione del  giardino iniziò nel 1956  intorno alla villa dei coniugi Warton costruita  ai piedi del monte Zaro nella zona di una colata lavica: fu una vera e propria sfida ma la zona, inizialmente  assolutamente brulla rivelò un microclima e un terreno fantastico che ha permesso negli anni  la coltivazione e la crescita di moltissime piante tropicali nel contesto di un vero “giardino botanico”.
La progettazione del giardino fu affidata, negli anni ’60, all'architetto paesaggista Russell Page, il quale disegnò tutta la sistemazione del giardino a Valle, integrandolo fra le pittoresche formazioni rocciose.
Negli anni il giardino fu rimaneggiato e ampliato: attualmente è composto da due parti profondamente diverse: La Valle, appunto, disegnata da Russell Page, caratterizzata da un clima subtropicale, umida e protetta dal vento, e la Collina o giardino superiore, interamente ideato e sviluppato da Lady Walton, con zone assolate e battute dal vento e caratterizzate da vegetazione proveniente dalle aree mediterranee. 
Si estende per un'area di circa 2 ettari ed ospita una raccolta di più di 3000 specie di piante esotiche e rare; è  arricchito da fontane, piscine, corsi d’acqua che permettono la coltivazione di una superba collezione di piante acquatiche come papiro, fior di loto e ninfee tropicali 

Le varie zone del giardino sono connesse con viali, sentieri, scalette e muri a secco, che di terrazza in terrazza spingono il visitatore in alto fino alle splendide vedute sulla baia di Forio. 

Nella Valle si trovano collezioni di Magnolie, di Hydrangee, di palme Brahea, di Yucca,  di Agavi e di felci arboree, gli alti Liriodendron tulipifera la grande Chorisia speciosa.


La Valle ha la forma di una L, il cui braccio più lungo è percorso da un rivolo d’acqua, mentre quello più corto si trova dirimpetto casa Walton. I punti principali di snodo degli assi visivi sono sottolineati da quattro fontane.




La prima fontana che si incontra, denominata “Fontana bassa”, è il punto di arrivo di un lungo ruscello che taglia in due la Valle, collegando visivamente la zona più bassa del giardino a Valle con la parte centrale. E' stata disegnata da Russel Page ed composta da una vasca rotonda con uno zampillo centrale e circondata da quattro aiuole a semicerchio, composte da piante di palude. Punto di partenza di questo lungo ruscello è una piccola fontana ottagonale che si trova in una terrazza leggermente sopraelevata; questa fontana fu disegnata da Russell Page nel 1982 come regalo per l'ottantesimo compleanno di Sir William.

La Valle sale gradualmente verso la fontana grande, che fu costruita per prima, scavando uno specchio d'acqua ovoidale attorno alle imponenti rocce vulcaniche. 

Al centro della fontana si innalza altissimo un getto d’acqua, allineato con quello della quarta fontana sul pendio opposto. Le due fontane sono collegate da scalini di pietra fiancheggiati da felci arboree e Geranium maderense,(si tratta di una pianta incantevole con ombrelle di fiori rosa-purpurei che non hanno un vero e proprio tronco, ma i grandi fiori sono sostenuti dagli steli delle foglie inferiori che si curvano a terra. Questo generoso geranio sparge i suoi semi dappertutto, e le sue foglie sono graziose e decorative per la maggior parte dell’anno).

In questa parte del giardino si trova la Serra Tropicale, denominata Victoria House in cui troneggia  la Victoria amazonica, la regina indiscussa del regno delle ninfee; la vasca in cui cresce è dominata dalla “Bocca”, una scultura di Simon Verity. Nella serra sono coltivate orchidee, bromelie, araceae e due splendidi rampicanti: lo Strongylodon macrobotrys e la Thumbergia misoriensis.



Quando si intraprende la salita dal giardino a Valle verso la collina, si nota in un angolo riparato dalla roccia la Spathodea campanulata, un albero tropicale africano che produce nella tarda estate fitti mazzi di fiori a coppa, dal colore rosso sgargiante, individualmente fugaci ma che si susseguono nella fioritura. Quest'albero può sopravvivere, alle nostre latitudini, solo in serra. E' diventato tuttavia una delle meraviglie del giardino in quanto è stato piantato con cura contro la parete della collina, cosicché anche durante il periodo invernale può assorbire il calore solare immagazzinato dalla roccia.



Il giardino superiore, o Collina, è stato disegnato e sviluppato da Lady Walton a partire dal 1983, anno della scomparsa del maestro. Mentre il Giardino a Valle è chiuso, intimo, umido e lussureggiante, la Collina è solare, aperta verso il mondo esterno grazie alle molte vedute, coperta da una vegetazione mediterranea, anche se non mancano gli angoli esuberanti e le fioriture prolungate. 
La Collina è punteggiata da elementi architettonici sorprendenti, spesso intrecciati di significati simbolici e con richiami alla storia e all’archeologia dell’isola.
Sul ciglio della collina, in una posizione che domina non solo il giardino ma tutta la baia di Forio, si trova la Roccia di William, che custodisce le ceneri del maestro. Per incorniciare la roccia è stato realizzato, tra gli ulivi, un arco di pietra intagliata. Questo angolo risulta essere uno dei posti più suggestivi e belli di tutto il giardino.


Oltre la Roccia di William si estende il Giardino Mediterrano fra le grandi rocce della collina. E’ una zona piantata con Cistus, Phlomis, Lavande, Westringie, Callistemon, Grevillee insieme ai nativi corbezzoli, lecci, alaterni, lentischi e i moltissimi mirti, che hanno dato il nome alla proprietà.

Il giardino Mediterraneo si fonde ed integra completamente con il paesaggio dell’isola. 

Proprio al termine di questo paesaggio naturale sorge un inaspettato angolo formale e simbolico, il Ninfeo, circondato da siepi. Al centro del Ninfeo si trova una fontana in acciaio che riflette il cielo, detta lo "Specchio dell'anima" in ricordo dei riti iniziatici. Questo magico luogo è il memoriale di Susana Walton: le sue ceneri riposano in una nicchia vicino alla statua di Afrodite, con una semplice lapide su cui è scritto "Susana Walton - genius loci". Con questa locuzione latina si usa indicare lo spirito che anima e pervade un giardino e che lo rende unico, ciò che Susana è stata per La Mortella.



Poco lontano dalla roccia di William si trova l’imponente Tempio del Sole, che domina una scarpata piantata con una collezione di Agavi, Furcraee e palme dal fogliame grigio-azzurro. Il tempio è un'antica cisterna di acqua piovana per l'irrigazione riconvertita. 

Salendo si giunge alla cascata del coccodrillo, circondata da Agapanthus campanulatus e da Encephalarthos manikensis che crescono sulla sponda. Lady Walton ama raccontare che i visitatori sono spronati a salire fino a quell’altezza pensando che il coccodrillo (una statua in bronzo) sia vero.

Nello stagno dietro alla vasca del coccodrillo cresce rigogliosa le Ninfea blu tropicale del Nilo Nymphaea caerulea.

Per ospitare concerti di musica sinfonica all’aperto è stato creato un teatro che sfrutta il pendio della collina affacciandosi sulla baia di Forio dove timi aromatici tappezzano i sedili in pietra diffondendo nell’aria il loro profumo. Il teatro greco è circondato da un bosco di lecci e da rose cinesi: Rosa chinensis ‘Mutabilis’ e Rosa chinensis Sanguinea. 

Nell'angolo più remoto e nelle vicinanze del punto più alto del Monte Zaro, si trova il giardino orientale, con un padiglione thailandese e uno stagno con piante di loto (Nelumbo nucifera). Questo è un luogo di meditazione e quiete, isolato dal mondo circostante, sottolineato dal suono delle campane mosse da una leggera brezza. Lungo la sponda dello stagno crescono gli Hedychium coronarium, dai fiori bianchi e molto profumati, mentre Aceri giapponesi e Rhododendron tropicali del gruppo Vireya si sviluppano felici nella mezz’ombra insieme al Tetrapanax papyrifer, la Nandina domestica, la Clematis armandii, i Loropetalum chinense.



Il lato nord della collina ha un terreno argilloso che permette la coltivazione di piante differenti da quelle che dominano nel giardino a Valle. Qui è presente una pergola chiamata ‘Glorieta’ coperta da rampicanti quali passiflore e gelsomini, è circondata su due lati da un lago di ciottoli di vetro blu, regalatici dal paesaggista americano Andy Cao. Tutta questa zona, infossata e protetta dal vento, è piantata con piante profumate che permeano l’aria dei loro aromi: narcisi, rose (Buff Beauty, Penelope), Buddleie. Il vialetto sale verso la zona del Coccodrillo attraverso una proda coperta con erbe aromatiche e cespugli profumati, fra cui si trovano la collezione di salvie ornamentali, quella di gerani aromatici, e poi timo, lavande, plectranthus.



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TINTURE DI FIORI

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La tintura dei filati di lana e cotone con coloranti naturali, ottenuti da fiori, fogli, bacche e corteccia di piante è un procedimento antichissimo, che viene ancora utilizzato per prodotti naturali e ecologici.
Quando si usa una tintura a basa di fibre vegetali , o fiori, non si può mai sapere cosa si ottiene!
Inoltre i risultati possono variare molto a seconda se si usa la pianta fresca o essiccata o fermentata. 


I tessuti e le fibre che meglio si prestano alla colorazione naturale sono la lana, la seta e il cotone.
































Il potere colorante di una pianta può essere influenzato da diversi fattori, come il clima, il momento in cui avviene la raccolta, la conformazione del terreno. Per esempio è meglio cogliere i fiori alla mattina, per i frutti e le bacche bisogna sempre attendere la piena maturazione, mentre le radici e le cortecce si possono utilizzare ad inizio primavera 
Per quanto riguarda la tecnica solitamente è necessario portare ad ebollizione le parti con proprietà tintorie della pianta e poi immergervi il capo. 
Realizzando poi una soluzione composta da una parte di aceto bianco e da quattro parti di acqua, si può fissare il nuovo colore sul tessuto.

Prima della tintura, per rendere le fibre recettive al colore, si può utilizzare l’allume di rocca (o del sale da cucina) in un procedimento chiamato mordenzature.

Le piante e i fiori che si possono utilizzare sono tantissimi e i risultati saranno sempre diversi.

Eccovi qualche esempio:

Coreopsis
Con i fiori di coreopsis si ottiene un bellissimo colore rosato, come anche dalla kerria japonica
dalla cipolla e dal mallo di noce, dai petali di rosa rossa e della salvia  si posso ottenere il giallo ed il marrone;

dalle foglie dell’ortica e della menta si ha il verde; la camomilla ci regala un bel giallo, come anche la ginestra dei tintori e il tagete



La Robbia tintoria permette di ottenere il rosso

Il colore blu deriva sostanzialmente da due fonti vegetali: l’Isatis tintoria e l’Indigofera tinctoria.

Isatis tintoria

Indigofera tinctoria

Il colorante blu si estrae dalle foglie raccolte durante il primo anno di vita. Dopo macerazione e fermentazione in acqua si ottiene una soluzione giallo-verde che agitata e ossidata fa precipitare i fiocchi d’indaco (indigotina). È un colorante molto solido, utilizzabile nella tintura dei tessuti – è stato il colorante dei jeans.

La Reseda luteola Ã¨ una pianta erbacea biennale, spontanea più o meno in tutte le regioni italiane, nota fin dall’antichità (insieme alla robbia e al guado costituiva il gruppo dei tre colori primari) per la proprietà di tingere di giallo. E anche se la maggior parte delle sostanze naturali, se tingono, lo fanno in una gamma di colori tendenti al giallo, quello della reseda è un colore davvero squillante!


Quindi non abbiamo che l’imbarazzo della scelta per i colori!



Possiamo tingere indumenti come magliette, pantaloni, gonne ecc. ma anche filati di cotone , lana e seta da utilizzare poi per lavorare a maglia o uncinetto.


A tale proposito nell’isola di Sky in Scozia una ditta da anni tinge le lane, ottenute da pecore scozzesi locali, con colori naturali ottenuti da fiori, bacche e foglie con risultati straordinari.. le  lane Shilasdair sono famose in tutta Europa per i fantastici colori.

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IL VIVAIO 'L'ERBAIO DELLA GORRA'

12:13 sfumatureverdi 0 Comments

Le erbacee perenni sono specie vegetali che hanno una consistenza erbacea e che accumulano sostanze di riserva in appositi organi ipogei (bulbi e rizomi) che consentono loro di sopravvivere durante le stagioni avverse per un certo numero di anni. 
Sono stati gli Inglesi che hanno introdotto nei giardini la moda delle piante erbacee perenni con i loro bordi misti così ricchi di colore e così mutevoli nel corso delle stagioni.


Sabato 29 Marzo, accompagnate dall’associazione culturale Sguardo nel Verde di Torino, abbiamo fatto visita al vivaio “L’erbaio della Gorra” di Casalborgone (To) specializzato in erbacee perenni rustiche. 




“Erbaio” è parola un po’ desueta per dire “luogo ove non crescono altre piante che erbe”. Assenti le nobili forme che producono legno vi prosperano solo le umili erbacee. Ma che ricchezza di trame, di colori, di profumi, di sapori!

Questa è la frase con cui il vivaio si presenta al pubblico. Ed effettivamente... che ricchezza c’è in quelle serre!! Ci sono  erbacee da sole, da ombra, con fioritura primaverile, estiva o autunnale, di tutti i colori e di tutti i profumi, proprio da perderci la testa!
Tra le tante... Achillea, Aquilegia, Campanula, Chrysanthemum, Coreopsis, Digitalis, Heuchera, Hosta, Iris, Lupinus, Phlox, Primula, Rudbeckia.

Poi, tra le numerose collezioni, tre sono le più significative: gli Aster, i Sedum e le Graminacee. 
Queste scelte riflettono un generale desiderio, maturato soprattutto negli ultimi anni, nel ricercare e sperimentare piante per il giardino con fioritura in tarda estate e d’autunno.
Sono più di 100 le varietà di Aster coltivati. I settembrini infatti occupano poi una posizione privilegiata nel vivaio! Oltre ad essere coltivati in vaso nelle serre, è stata dedicata loro una porzione di giardino in cui queste piante vengono allevate in piena terra e che creano un tripudio di colori dalla fine dell’estate.

Verso fine settembre sarà organizzato in vivaio  un evento che prenderà il nome di “Tra stelle e spighe”; una mostra mercato dell'Aster settembrino e delle graminacee ornamentali tra cui Carex, Festuca, Miscanthus, Pennisetum.


Naturalmente è stato impossibile non fare acquisti!!



- Echinacea purpurea
- Aster novi-belgii ‘Blue Lagoon’
- Hosta 'Patriot'
- Persicaria bistorta
- Sedum sieboldii
- Sedum spectabile ‘Iceberg’ 
- Nepeta × faassenii
- Perovskia atriplicifolia 

- Polemonium yezoense 'Purple Rain Strain'

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NINFA, UNA FAVOLA MERAVIGLIOSA

16:53 sfumatureverdi 0 Comments

“Questa squisita Ninfa è la più meravigliosa favola della storia e della natura che io abbia mai visto al mondo” 
Ferdinando Gregorious

Il giardino di Ninfa, considerato oggi tra i giardini più belli al mondo, si trova nel Comune di Cisterna Latina. Esso è stato costruito sui ruderi della città medievale di Ninfa ed è considerato un monumento naturale della Repubblica Italiana. 
La città di Ninfa (il cui nome deriva da un tempietto di epoca romana costruito nei pressi dell’attuale giardino e dedicato alle Ninfe Naiadi divinità delle acque sorgive) risale al VIII secolo quando l’Imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questo fertile luogo, che  entrò a far parte dell’amministrazione pontificia. Al tempo contava solo pochi abitanti, ma aveva assunto un ruolo strategico per la presenza della Via Pedemontana, l’unico collegamento alle porte di Roma che conduceva al sud. Nel 1294 salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, figura potente e ambiziosa, che nel 1298 aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino, presenza che sarebbe durante per sette secoli.
Pietro II Caetani ampliò il castello della città, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre già presente a 32 metri, e realizzò il palazzo baronale.
Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta da parte di Onorato Caetani sostenitore dell’antipapa Clemente VII nel Grande Scisma e avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa, i Palatini sostenitori di Urbano VI.
La città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la pianura pontina; oggi rimangono i ruderi di San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, San Salvatore e Santa Maria Maggiore.

             
Si tratta di un tipico giardino all'inglese, il giardino romantico per eccellenza. Fu Gelasio Caetani ad iniziare, nel 1921, la bonifica della zona ed il restauro di alcuni ruderi di Ninfa, in particolar modo della torre e del municipio, per farne una residenza estiva. Sotto la guida della madre Ada Wilbraham iniziò anche a piantumare diverse specie botaniche che portava di ritorno dai suoi viaggi all'estero e che ben si sviluppavano a Ninfa grazie al clima favorevole. 
L’opera proseguì poi con Marguerite Chapin, nuora di Ada, e poi con Leila Caetani, figlia di Marguerite, considerata la vera artefice del giardino. che fondò nel 1972 della Fondazione Caetani, che si occupa attualmente del parco.
Leila Caetani fu l'ultima rappresentante della famiglia Caetani, che dopo oltre settecento anni estingueva il suo casato: la donna però nel 1972 diede vita ad una fondazione, chiamata Roffredo Caetani di Sermoneta che oggi si occupa del parco. Intorno al giardino a partire dal 1976 Ã¨ stata istituita un'oasi del WWF a sostegno della flora e della fauna del luogo, che la bonifica della palude aveva portato alla scomparsa.

In Ninfa colori, ombre, luci, suoni, profumi e forme si fondono in ciò che oggi chiamiamo ‘Giardino’.
Il giardino si sviluppa su una superficie di otto ettari in cui i ruderi dell’antica città che spuntano dietro le siepi si confondono con la meravigliosa natura; un vero e piccolo angolo di paradiso da visitare in punta di piedi.

La scelta delle specie vegetali, oltre 1300 provenienti da ogni parte del mondo, è stata dettata da vari criteri. Per prima cosa l’estetica: il colore dei fiori e delle foglie, il portamento degli alberi, la forma dei frutti e il periodo delle fioriture, spettacolari, che si susseguono in quasi tutte le stagioni. 
Tra le piante presenti numerosi ed eleganti Acer, le betulle che rievocano i boschi del nord europa, le Camellie, i Ceanothus associati alle rovine, le rampicanti clematidi, i Cornus, i gelsomini e le magnolie. Bellissimi sono i meli ornamentali a cui Leila Caetani dedicò uno specifico settore del giardino denominato il ‘Colle dei Meli’ dove la contemporanea fioritura primaverile nei toni del rosa e del bianco e le calde tinte autunnali del foglie creano aggetti spettacolari. 


Nel giardino sono presenti anche una quarantina di Prunus tra cui peschi, susini, prugni, albicocchi e ciliegi. 
Ninfa ospita una ricca collezione di rose antiche e moderne, circa 160 tipologie, disposte in aiuole, a piccoli gruppi, isolate, alla base di un albero, sostenute da un tronco o da un muro.

Nel giardino l’acqua è una presenza importante,  una sorta di reticolo che movimenta e unisce tutto il giardino. Le acque limpidissime dei ruscelli e degli specchi d’acqua riflettono e riprendono i meravigliosi colori delle foglie dei fiori dando vita a uno spettacolo unico. 

Un torrente ricco di piccoli salti e impreziosito dalle fioriture degli iris permette l’entrata dell’acqua nel giardino mentre il limpido fiume rappresenta uno degli spettacoli più attraenti di Ninfa. 


Lungo le sponde orientali del fiume nelle stagioni calde esplodono le gigantesche foglie amazzoniche della Gunnera manicata

Nelle vicinanze è presente un boschetto di Phyllostachys, o bambù, che raggiungono i 18 metri di altezza, dai germogli che crescono anche 12 cm in una sola giornata.
In una zona del giardino, vicino allo spazio dedicato ai ciliegi da fiore si trova il rock garden. A dominare sono le aquilegie e i papaveri californinani, le grigie cinerarie, i cespugli di cisto, le sgargianti gazanie e lobelie, gli iris dai colori tenui, gli instancabili centranthus che fioriranno per gran parte dell’estate, le salvie da fiore, le eleganti euforbie arbustive, i vellutati stachis.








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